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CHE FARE

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 Gli adulti dovranno cercare nella quotidianità di avere un occhio attento ai comportamenti dei propri figli, vigilare sul comportamento dei ragazzi dopo la navigazione in internet o dopo l’uso cospicuo del telefonino (stati ansiosi, depressivi, alimentazione sregolata) e del computer presente in casa.

Dovranno aiutarli a riflettere sul fatto che anche se non vedono la reazione delle persone a cui inviano messaggi o video esse possono soffrire o subire violenza.
Saranno attenti a dare un’adeguata educazione nell’utilizzo del dialogo in casa e con i compagni di classe quando nascono conflitti, cercando di controllare e monitorare le amicizie virtuali e i siti frequentati dal figlio e condividendo con lui le motivazione di tale controllo.

Sarà utile indirizzare i ragazzi verso le frequentazioni offline, verso la pratica di attività sportive o ludiche che aggreghino. Nei casi di persecuzione online è infatti la dimensione della socialità a risentirne. Le vittime frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico ed interrompono per tali motivi la frequentazione della scuola o del gruppo di amici.

Saranno occhi vigili che cercheranno di capire i tipici segnali di chi è vittima di cyber bullismo: ad esempio quando un ragazzo si rifiuta di parlare di ciò che fa online, quando utilizza Internet fino a tarda notte, quando ha un calo dei voti scolastici oppure è turbato dopo aver utilizzato Internet.

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