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Satricum Pometia

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La città latina "scomparsa"
L'etimologia del termine pontino è una questione ancora molto dibattuta. Alcuni ritengono che derivi dall'antica città volsca di Suessa Pometia, da cui forse l'espressione Pometinum riferito al luogo (oppure entrambi deriverebbero dal sostantivo Pontus, Pontos, Πόντος che in greco significa mare o distesa d'acqua).
La città di Suessa Pometia o Pometia viene citata da diversi autori antichi, ma rimane priva di precisa localizzazione, infatti, la città di fondazione Pomezia, ne riprenderebbe solamente il nome. Il poeta Virgilio la cita tra le colonie di Alba Longa, nel qual caso la si dovrebbe annoverare tra le città latine; mentre Tito Livio e Strabone invece attestano che era volsca quando fu conquistata da parte del re di Roma Tarquinio il Superbo.
Si pensa che Suessa Pometia dovesse essere una città ricca, in quanto Tarquinio, grazie al bottino raccolto dai romani a seguito della sua conquista, ebbe la possibilità di iniziare i lavori di costruzione del tempio di Giove Ottimo Massimo al Campidoglio.
In seguito, la città sembra passò sotto il dominio degli Aurunci e quindi nel 502 a.C. nuovamente presa dai Romani guidati dal console Spurio Cassio Vecellino, che la distrussero e ridussero gli abitanti in schiavitù. Nonostante questa sconfitta, la città riappare nuovamente nel 495 a.C. in mano ai Volsci. Anche questa volta i romani, guidati da Publio Servilio Prisco Strutto, ebbero la meglio, distruggendo ancora la città, di cui non si ha più notizia nelle cronache successive.
Sulla sua collocazione sono state formulate diverse ipotesi: con molta probabilità era situata nell'Agro pontino, che avrebbe ripreso il nome proprio dalla città (ager Pomentinus ovvero territorio di Pometia), alcuni ritengono che questa colonia era collocata nei dintorni dell'attuale Cisterna di Latina (tesi questa che viene avallata dai ritrovamenti di un antico tempio nei pressi della città). Altri, la identificano invece con l'odierna Borgo Podgora in comune di Latina in virtù dell'antico toponimo della zona Sessano. Mentre per altri studiosi sarebbe identificabile con Satricum; questa sarebbe stata quindi una sola città, che avrebbe avuto il nome aurunco di Suessa (cfr. la città, pure aurunca, di Suessa Aurunca), quello volsco di Satricum e infine quello latino di Pometia.
Tarquinio il Superbo secondo Tito Livio
“…Tarquinio fu un re ingiusto coi suoi sudditi, ma abbastanza un buon generale quando si trattò di combattere. Anzi, in campo militare avrebbe raggiunto il livello di quanti lo avevano preceduto sul trono, se la sua degenerazione in tutto il resto non avesse offuscato anche questo merito. Fu lui a iniziare coi Volsci una guerra destinata a durare due secoli, e tolse loro con la forza Suessa Pomezia. Ne vendette il bottino e coi quaranta talenti d'argento ricavati concepì la costruzione di un tempio di Giove [sul Campidoglio] le cui dimensioni sarebbero state degne del re degli dèi e degli uomini, nonché della potenza romana e della sua stessa posizione maestosa. Il denaro proveniente dalla presa di Suessa fu messo da parte per la costruzione del tempio…”
“Nec ut iniustus in pace rex, ita dux belli prauus fuit; quin ea arte aequasset superiores reges ni degeneratum in aliis huic quoque decori offecisset. Is primus Volscis bellum in ducentos amplius post suam aetatem annos mouit, Suessamque Pometiam ex iis vi cepit. Ubi cum diuendita praeda quadraginta talenta argenti refecisset, concepit animo eam amplitudinem Iovis templi quae digna deum hominumque rege, quae Romano imperio, quae ipsius etiam loci maiestate esset; captiuam pecuniam in aedificationem eius templi seposuit."


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